Marcello
Rosa - A Child is Born (Philology 2007).
L’ultima
fatica discografica di Marcello Rosa ci propone 15 brani fra standard
ed originali. E’ un disco che delinea il percorso artistico
maturato in oltre 50 anni di jazz, dall’infanzia, testimoniata
dalla sua foto di copertina attraverso l’adolescenza con la
scoperta del jazz fino alla maturità; periodi felici e pieni di
soddisfazioni, come scrive lo stesso Rosa nelle note del booklet che
“alle soglie dell’immaturità” decide di rilassarsi e realizza
questo bel CD. E’ il mainstream con influenze ellingtoniane e
collaborazioni importanti , da Gravish a Bosso a Cuscito.
Se qualcuno
ha mai avuto modo di chiacchierare con Rosa avrà capito che oltre ad
essere una fonte inesauribile di storie legate a questo genere
musicale, è anche persona ironica e dissacrante ma, a dispetto dei
suoi anni, ancora molto creativa e con tanta voglia di suonare (si
ascolti The Very Thought Of You dove Rosa suona le parti di 1°, 2°,
3°, 4° trombone più la tromba) e, tali aspetti del suo carattere,
li ritroviamo nelle esecuzioni.
Per ogni brano è riportato un suo
commento che “tradisce” l’ispirazione o una storia nascosta
dietro al titolo, e così vengono fuori i nomi di Allred e Gordon,
Rosolino e Masso, Fontana e Whigham, Tony Scott al quale è dedicato
un brano con Cuscito al sax tenore e Rosa al pianoforte. Ma non c’è
solo il periodo “immaturo” in questo disco, dopo i primi 11 brani
sono state inserite 4 “chicche” ripescate da “cose vecchie ma
non invecchiate” tratte da dischi fuori commercio incisi fra il
1973 e il 1985 e nei quali troviamo Pieranunzi, Scoppa, Urso
(Alessio), Schiaffini, Munari e altri. Per uno di questi brani (Three
Out), composto da Pieranunzi per Rosa, è riportata nel booklet la
trascrizione del solo.
Buone incisioni, ascolto godibile e
interessanti note nel fascicoletto allegato che oltre a quanto già
descritto contiene anche un po’ di foto e le riproduzioni delle
locandine di manifestazioni musicali alle quali Rosa ha partecipato
con musicisti che hanno segnato la storia del jazz e del trombone in
particolare e che risvegliano un po’ di nostalgia per il vecchio
vinile ma, soprattutto, per quei concerti dove non era impossibile
mettere insieme dieci trombonisti (e che trombonisti!) in un
concerto.
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