venerdì 11 luglio 2014

Multifonia

Uno degli aspetti affascinanti, fra i tanti, del trombone è la possibilità di ottenere più suoni simultaneamente (multiphonics) pur essendo uno strumento che suona una nota per volta e non gli accordi come il pianoforte o la chitarra. In sintesi questi suoni si ottengono cantando delle sillabe durante l'emissione dell'aria, in realtà il fenomeno è più complesso e richiede un minimo di esperienza.
In questo articolo, il trombonista Giancarlo Giannini, ci parla della tecnica di esecuzione e dei risultati che si possono ottenere. Ovviamente l'articolo non è esaustivo nè sostitutivo di un buon insegnante e si rinvia, per gli approfondimenti, ai testi citati.


"Secondo me , per quello che riguarda la sillaba da usare eseguendo i "multiphonics", credo che la scelta dipenda dal tipo di effetto che si vuole ottenere. 
Usando le sillabe "AH" oppure "OH" si avrà una voce più aperta e tonda che forse si impasta meglio col suono del trombone. La sillaba può anche dipendere dall' altezza della nota che dobbiamo cantare.
E' anche possibile , dopo una certa pratica , cantare note alte in falsetto.
A mio parere è meglio cantare la nota in un registro "comodo" per la nostra voce e suonare le note sul trombone in un registro medio/ basso - medio , almeno all' inizio .

Nell' eseguire i Multiphonics , ci sono varie combinazioni di note da cantare e note da suonare col trombone.
A seconda dell' intervallo che si ottiene con le due note, ci può essere una terza nota che si genera automaticamente come "risultanza armonica" prodotta dall' intervallo eseguito.
Questo accade ovviamente dopo una certa pratica e quando, sia la nota cantata che quella suonata, sono perfettamente intonate tra loro.

Gli intervalli che producono una "risultante armonica" sono la 10a maggiore (terza maggiore sopra l' ottava della fondamentale ), che produce una quinta giusta in mezzo ai due suoni ; l' 11a giusta , che genera la terza maggiore , considerando una triade maggiore in secondo rivolto ( suonando un Bb , e cantando un Eb un' undicesima sopra , dovrebbe risultare in mezzo il G, per cui si ottiene una triade di Eb maggiore con la Quinta al basso ); la 10a minore , che produce una quinta giusta in mezzo all' intervallo .

L' intervallo di 5a può produrre l' ottava della fondamentale , per cui armonicamente non aggiunge suoni diversi all' intervallo stesso.

Anche l' intervallo di 7a minore è particolarmente interessante da eseguire, secondo me, anche se non produce "risultanze armoniche" . Può essere d' effetto per fare una cadenza V7/ I : suonando il F nel quarto rigo in chiave di basso e cantando un Eb una 7a minore sopra si ottiene il senso di una dominante (F7), che poi si risolve in una triade maggiore (Bb maggiore) suonando un Bb secondo rigo e cantando un D sopra al pentagramma (con il F come risultante) .

Le ottave e l' unisono sono estremamente difficili da eseguire perchè, se le due note non sono perfettamente intonate, alla minima variazione, si verificano dei pesanti "battimenti" tra i due suoni (si crea una forte "turbolenza" nello strumento ). Onestamente non mi sembrano interessanti come risultato visto che lo scopo dei "Multiphonics" è creare qualcosa che dia il senso della presenza di piu' note che si fondono insieme per ottenere una "base" armonica .

Per approfondire la cosa , trovo utile il libro di Bill Watrous e Alan Raph "Trombonisms", edito da Carl Fischer . Consultare il paragrafo "Playing more than one note"."

Oltre al testo citato da Giannini aggiungo un articolo un po' datato di Bob Bernotas
e due link di YouTube, fra i tanti, dove il trombonista Phil Wilson dà una dimostrazione pratica di cosa è la multifonia sul trombone:






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